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lunedì 3 aprile 2017

Prova d'amore

Tentazione vuol dire prova o lotta, che Dio permette affinché le creature gli dimostrino l'amore. Furono messi in prova gli Angeli in Cielo, prima di essere confermati in grazia. Una parte non superò la prova ed allora questi Angeli divennero demoni. Ebbero la prova i nostri progenitori, Adamo ed Eva, con la proibizione di mangiare il frutto dell'albero, ch'era nel centro del paradiso terrestre. Cedettero alle insidie del serpente infernale e perdettero lo stato di grazia. Noi, discendenti di Adamo e di Eva, abbiamo pure le nostre prove. Beato chi le supera, perché ne avrà premio eterno! Il Paradiso è premio e bisogna meritarselo con la lotta. San Paolo dice: « Non sarà coronato, se non chi avrà strenuamente combattuto » (II Timoteo, II - 5). Sembrerebbe strano, eppure è così: più si è accetti a Dio e più aumentano le tenta-zioni. I motivi potrebbero essere:
l. - Il Signore vuol dare in Cielo una corona di gloria più preziosa a quelli che predilige, corona che si arricchisce con le ripetute vittorie.
2. - Satana, geloso delle anime che Dio predilige, lancia contro di esse le frecce più velenose, nella speranza di vincerle.
Gli esempi della Sacra Scrittura ce ne danno conferma.

Fu necessario...

Tobia era un uomo giusto; camminava nella via del Signore. La sua carità toccò l'eroismo quando con i suoi connazionali, gli Ebrei, si trovò in esilio sotto il re della Siria. Era proibito, pena la morte, seppellire i cadaveri degli Ebrei; invece Tobia li seppelliva per spirito di carità. Mentre una volta si riparava sotto un tetto, ritornando a casa dopo avere seppellito un morto, perdette la vista di ambedue gli occhi. Buono, pio, caritatevole, eppure dovette assoggettarsi alla cecità. Non si ribellò alle disposizioni della Provvidenza e continuò a vivere nella semplicità del cuore. Narra la Bibbia che un giorno Tobia doveva mandare il figlio Tobiolo a Rages per riscuotere denaro. Un bel giovane si prestò spontaneamente a far compagnia al figlio, per guidarlo nel lungo viaggio; per opera sua Tobiolo fu liberato dall'assalto di un grosso pesce; felicemente sbrigato l'affare, tornarono a casa. Il bel giovane era un Arcangelo, che alla fine si manifestò a Tobia dicendo: « Io sono Raffaele, uno dei sette che stiamo davanti al Signore. Ora ti manifesto la verità: Quando tu pregavi tra le lacrime e seppellivi i morti e, lasciato il pranzo, di giorno nascondevi i morti in casa tua, io presentai le tue preghiere al Signore. Ma siccome tu eri accetto a Dio, fu necessario che la tentazione ti provasse. Ed ora il Signore mi ha mandato per guarirti dalla cecità » (Tobia, XII -11). Dalla dichiarazione di San Raffaele appare che chi è accetto a Dio, necessariamente deve subire delle prove o tentazioni.

Vaso di elezione.

San Paolo dapprima era persecutore dei Cristiani; sulla via di Damasco si convertì e divenne vaso di elezione. Fu ripieno di Spirito Santo. Serviva a Dio con generosità, convertiva i peccatori, operava miracoli, lo stesso Gesù gli appariva per guidarlo e confortarlo; ancora vivo fu rapito in Paradiso, al terzo Cielo, e poté contemplare la gloria dei Beati. San Paolo era veramente accetto a Dio. Ma appunto perché tale, fu soggetto a gravi prove e fu assalito da violente tentazioni. Le tentazioni più umilianti per tutti, ed in special modo per le persone pie, sono quelle del corpo, cioè gli assalti contro la purezza. San Paolo ebbe tante di queste tentazioni da esclamare: " Chi mi libererà da questo corpo di morte? » (Romani, VII-24). E volendo istruire gli altri, scrisse ai Corinti: « Affinché la grandezza delle rivelazioni non mi facesse insuperbire, mi è stato dato lo stimolo della carne, un angelo di Satana (un demonio), che mi schiaffeggi. Ripetutamente ho pregato il Signore perché lo allontanasse da me. Ed Egli mi ha detto: Ti basta la mia grazia, perché la mia potenza si fa meglio sentire nella debolezza » (II Corinti, XII - 7 ... ). Dunque San Paolo, gran Santo, colonna della Chiesa Cattolica, dovette lottare contro il demonio dell'impurità, dimostrando così a Gesù il suo amore.

(Brano tratto da "Combattimento spirituale" di Don Giuseppe Tomaselli)