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lunedì 30 settembre 2019

Una visione di Don Bosco

Iddio permette a certe anime delle vi­sioni, perché servano d'insegnamento a sè oppure anche agli altri.

San Giovanni Bosco fu di continuo il­luminato da tali visioni, affinché potesse compiere bene la missione affidatagli dalla Provvidenza a vantaggio della gioventù.

Riporto una visione che ebbe il Santo alla fine del mese di Maggio 1865. Ri­guarda direttamente i giovani, ma si può applicare a tutti i fedeli. La trascrivo con le stesse parole, con cui la narrò il grande Educatore della gioventù:

« Mi apparve un grande altare dedi­cato a Maria ed ornato magnificamente. Vidi tutti i giovani dell'Oratorio, i quali in processione si avanzavano verso di es­so. Cantavano le lodi della Vergine Cele­ste, ma non tutti allo stesso modo, ben­ché cantassero la stessa canzone. Molti cantavano bene, altri con voci pessime, altri stonavano, altri venivano innanzi silenziosi; non pochi sbadigliavano; altri si urtavano e ridevano.

« Tutti portavano dei doni da offrire a Maria. Tutti avevano un mazzo di fiori, quale più grosso e quale più piccolo. Chi aveva un mazzo di rose, chi di garofani, chi di viole, ecc. Altri poi portavano alla Vergine dei doni proprio strani. Chi por­tava una testa di porcellino, chi un gatto, chi un piatto di rospi, chi un coniglio, chi un agnello e altre offerte.

« Un bel giovane stava davanti all'al­tare e aveva le ali. Era forse l'Angelo Custode dell'Oratorio, il quale di mano in mano che i giovani offrivano i loro do­ni, li riceveva e li deponeva sull'altare.

« I primi offrirono magnifici mazzi di fiori e l'Angelo senza dir nulla li posò sul­l'altare. Molti altri porsero i loro mazzi. L'Angelo li guardò; sciolse il mazzo, fece togliere alcuni fiori guasti, che gettò via, e, ricomposta il mazzo, lo posò sull'altare. Ad altri, che avevano nel loro mazzo fiori belli ma senza odore, come sarebbero le dalie, le camelie, ecc., l'Angelo fece to­gliere anche questi, perché Maria vuole la realtà e non l'apparenza. Rifatto così il mazzo, l'Angelo l'offri alla Vergine. Molti mazzi tra i fiori avevano delle spine, poche o molte, ed altri dei chiodi; l'An­gelo tolse questi e quelle.

« Venne finalmente colui che portava il porcellino. Gli disse l'Angelo: Hai tu il coraggio di venire ad offrire questo do­no a Maria? Sai che cosa significa il maia­le? Significa il brutto vizio dell'impurità. Maria, che è tutta pura, non può soppor­tare questo peccato. Ritirati, dunque, che non sei degno di stare davanti a Lei!

« Vennero gli altri che avevano usi gat­to e l'Angelo disse loro: Anche voi osate portare a Maria questi doni? Sapete che cosa significa il gatto? Esso è figura del furto e voi l'offrite alla Vergine? ... Ri­tiratevi!

« Vennero coloro che avevano i piatti di rospi e l'Angelo, guardandoli sdegnato, disse: I rospi simboleggiano i vergognosi peccati di scandalo e voi venite ad offrirli alla Vergine? Andate indietro! - E si ri­tirarono confusi.

« Alcuni s'avanzavano con un coltello piantato al cuore. Quel coltello significava i sacrilegi. L'Angelo disse loro: Non ve­dete che avete la morte nell'anima e che se siete in vita e una speciale misericordia di Dio? ... Per carità, fatevi cavare quel coltello! - Ed anche costoro furono re­spinti.

« A poco a poco tutti gli altri giovani si avvicinarono. Chi gli offrì agnelli, chi conigli, chi pesci, chi frutta ... L'Angelo accettò tutto e mise tutto sull'altare. Dopo di aver diviso così i giovani, i buoni dai cattivi, fece schierare tutti coloro, i cui doni erano accetti a Maria, davanti allo altare; coloro che erano stati messi da par­te, erano più numerosi di quello che io credevo.

« Allora da una parte e dall'altra dello altare comparvero due altri Angeli, i quali sorreggevano due ricchissime ceste piene di magnifiche corone, composte di rose stupende: Queste rose non erano propria­mente rose terrene, ma come artificiali, simbolo dell'immortalità.

« L'Angelo Custode prese quelle coro­ne, una per una, e ne incoronò tutti i gio­vani, che erano stati schierati innanzi allo altare. Fra queste corone ve ne erano del­le più grandi e delle più piccole, ma tutte di una bellezza ammirabile. Vi erano dei giovani così brutti di fisionomia, che quasi mettevano ribrezzo; a costoro toccarono le corone più belle, segno che ad un este­riore così brutto, suppliva la virtù, in gra­do eminente. Molti si distinguevano per le altre virtù, come l'ubbidienza, l'umil­tà, l'amor di Dio ...

« L'Angelo disse loro: Maria oggi ha voluto che voi foste incoronati di così belle rose. Ricordatevi però di continuare in modo che non vi siano tolte. Tre sono i mezzi per conservarle. Praticare: 1° la umiltà; 2° l'ubbidienza; 3° la purezza. Queste tre virtù vi renderanno sempre accetti a Maria ed un giorno vi faranno degni di ricevere una corona infinitamente più bella di questa. -

« Allora i giovani intonarono davanti all'altare la prima strofa dell'Ave Maris Stella, finita la quale, si mossero in pro­cessione per partire, cantando la canzone: Lodate Maria, o lingue fedeli.

« Li seguii ancora per qualche tratto e poi tornai indietro per vedere i giovani che l'Angelo aveva messi da parte; ma più non li vidi ... La visione era cessata.

« Io so chi sono i giovani incoronati e quelli scacciati dall'Angelo. Lo dirò ai singoli, affinché procurino di portare alla Vergine doni che essa si degni di accet­tare ».

La visione di San Giovanni Bosco ser­va d'insegnamento sul come praticare la devozione a Maria; e coloro che vogliono onorarla davvero nel suo mese, procurino di offrirle doni spirituali conservando il cuore puro.


[Brano tratto da "Vera devozione a Maria", di Don Giuseppe Tomaselli, Imprimatur Can. Carciotto Vic. Gen., Catania 13 maggio 1952].