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domenica 23 aprile 2017

Un parroco salvato dalle anime del Purgatorio

Il Padre Stanislao Koscoa, domenicano, pregava un giorno per le anime del Purgatorio, quand'ecco presentarsegliene una, tutta avvolta nelle fiamme. Inorridì il Santo Sacerdote e domandò: Il fuoco che tu soffri è più forte di quello della terra? - Ahimè, rispose la misera gridando; tutto il fuoco della terra paragonato a quello del Purgatorio, è come un soffio di aria freschissima! Non c'è paragone tra il fuoco terreno, creato per misericordia, e quello soprannaturale, creato per la Divina Giustizia!

- Bramerei farne la prova! -

Il Padre Stanislao, senza sgomentarsi, stese la mano ed il defunto vi fece cadere una goccia del suo sudore, o almeno un liquido che sembrava tale. Il Religioso emise un grido acuto e cadde tramortito. Accorsero i Confratelli e lo fecero rinvenire. Gli si formò sulla mano una piaga, che lo accompagnò alla tomba. Prima di morire disse alla Comunità:

Ah! Se ognuno di noi conoscesse il rigore dei divini castighi, non peccherebbe giammai! Facciamo penitenza in questa vita, per non doverla poi fare nell'altra! Combattiamo i nostri difetti e correggiamoli; guardiamoci dai piccoli falli, perchè il Giudice Divino ne tiene stretto conto. La Maestà Divina è tanto santa, che non può soffrire nei suoi eletti la minima macchia! -

[...]

Soccorso straordinario

Una povera giovane cercava lavoro; non riuscendovi, stabilì di far celebrare una Messa per l'anima del Purgatorio più bisognosa. Vi destinò le poche lire di cui disponeva.

All'uscita della Chiesa le si fece innanzi un giovane, che le domandò: Cosa cercate?

- Un posto di lavoro.

- Andate verso la parte opposta della città; cercate la tale via ed il tale numero. Troverete una vedova, che desidera una serva. -

Quando, la giovane si presentò alla vedova, sentì dirsi: Ma chi vi ha indirizzata qui?

- Uscendo dalla Chiesa del Carmine mi ha parlato un giovane sui venti anni. Aveva il volto pallido con una cicatrice in fronte, i capelli biondi e gli occhi azzurri.

La vedova corse a prendere un ritratto e glielo mostrò... - Rassomigliava a costui? - Era proprio lui! -

La signora scoppiò in pianto: Allora è stato mio figlio a mandarvi qui!... Mio figlio è già morto da un mese!

- Ora comprendo! Avevo fatto celebrare una Messa per un'anima del Purgatorio! -

Il fatto avvenne a Parigi nel 1817.


Salvo prodigiosamente

Non è molto, a Cornigliano Ligure avvenne un episodio prodigioso.

Il Parroco Giacinto Manzi, assai devoto delle anime del Purgatorio, era andato a notte inoltrata a portare il Viatico ad un moribondo. Alcuni malviventi lo aspettavano in una viuzza solitaria per assalirlo.

Mentre il Parroco ritornava in Chiesa, recitava il Rosario per le anime del Purgatorio. Quando i malandrini lo videro, non poterono far nulla, perchè attorno al Parroco c'era una folla di persone in atteggiamento devoto.

L'indomani i malviventi, senza destare sospetto, fecero chiedere al Sacerdote chi fosse stata quella gente che l'aveva accompagnato in Chiesa.

Il Parroco rispose: Solo andai a portare il Viatico e solo ritornai. Ero intento a pregare per le anime del Purgatorio.


Aiuta le figlie

I sogni sono fantasie da disprezzare. Fanno male coloro che, sognando morti, arguiscono da circostanze inutili la sorte dei loro cari nell'altra vita. Ecco qualche esempio:

- Ho sognato il defunto marito nell'atto di mangiare, di ridere e scherzare. Ciò significa che è già in Paradiso.

- Ho visto in sogno mia figlia, morta da poco. Piangeva dirottamente. Dunque è in Purgatorio! -

Chi non vede in tali asserzioni l'ignoranza crassa religiosa?

Tuttavia qualche volta il sogno potrebbe essere una visione. Iddio permette che qualche anima del Purgatorio vada a chiedere suffragi o a dare aiuti particolari.

Avevo trattato questo argomento in una predica a Modica, nella Chiesa di Santa Maria. Appena giunto in sacrestia, una donna venne a dirmi:

Mia madre è morta da alcuni anni. Siamo rimaste in casa due sorelle. Attraversavamo tempo fa un triste periodo e non sapevamo cosa fare per tirare la vita. Una notte sognai mia madre, che mi disse: Figlia mia, non perdere il coraggio! Io ho provveduto a te ed alla sorella. Quand'ero in vita, misi da parte una somma di denaro, che nascosi dentro il vecchio materasso che c'è nel piccolo podere. -

L'indomani raccontai il sogno alla sorella, la quale ci rise su. Dietro mia insistenza, ci recammo in campagna, scucimmo il materasso e dentro c'era un involto con una buona somma di denaro. -

Io risposi alla donna: I fatti sono fatti. Chi sa quanti suffragi abbiate mandati alla mamma e questa è venuta a soccorrervi. -

[Brani tratti da "I nostri morti - La casa di tutti", di Don Giuseppt Tomaselli]