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martedì 25 aprile 2017

Morte di un massone

Dagli scritti di Don Giuseppe Tomaselli.


Era prossimo a morire un commendatore, che era massone. Avrebbe potuto rimettersi nell'amicizia dei Signore, almeno al termine dei suoi giorni!

Io corsi ad assisterlo; ma il figlio, un avvocato, me lo impedì. Rimasi nell'anticamera.

- Perchè non volete che io assista vostro padre?

- Ha la piena conoscenza. Ha detto il medico che ha solo degli istanti di vita. Vedere il Prete vuol dire la fine.

Sopraggiunse un altro Sacerdote, amico di famiglia; neppure lui fu ammesso al capezzale dell'ammalato. Andai a chiamare un terzo Sacerdote... Eravamo tre Ministri di Dio disposti a salvare quella anima... e non fu possibile! Il commendatore morì, come un cane!...

Dove sarà andata l'anima del massone? Forse a quest'ora sarà tormentata nell'inferno, per colpa del figlio... per la sua pietà crudele!...

Quando, dopo venti anni, andai a visitare il Cimitero ed entrai nella Cappella del commendatore, a vedere anche la tomba del figlio, dell'avvocato... pietoso..., mi fermai pensieroso e triste: Come ti sarai trovato, o avvocato, al tribunale di Dio?... Sei salvo?... Non fu tua la colpa se tuo padre morì lontano da Dio? A che cosa giova questa Cappella ed i suffragi che si fanno a te ed a tuo padre?...

Quanti di questi dolorosi esempi potrei narrare!


L'ultima malattia

L'ultima malattia suole essere una grazia che Iddio concede nella sua misericordia, per purificare i buoni e per richiamare i traviati.

A Gesù interessa che le anime si salvino, perchè per esse è morto; interessa pure che giungano in Cielo ricche di meriti e che stiano in Purgatorio il meno possibile. Per ottenere ciò si serve delle malattie, specialmente dell'ultima, che d'ordinario è la più dolorosa.

Un giorno Gesù disse a Josefa Menendez: Ti lascio la mia Croce. Ho bisogno che tu soffra per un'anima.

- E' qualche peccatore?

- No, è un'anima a me tanto cara. E' nelle ultime ore di vita e sto intensificando le sue sofferenze per purificarla di certe colpe leggere e per aumentare i suoi meriti per l'eternità. -

L'esempio fa comprendere l'amoroso lavorìo ed interessamento di Gesù per i moribondi.

Ai fedeli si presentano ora dei suggerimenti, per assistere con frutto gli ammalati gravi. Quanti sono sfuggiti all'inferno, per opera di pie persone che li hanno saputi assistere in punto di morte!


I buoni sul letto di morte

Quando stanno per morire quelli che son vissuti nel timore di Dio, è facile parlare a loro per suggerire buoni pensieri, però senza stancarli.

A questa categoria di anime si raccomandi di fare, almeno con il pensiero, atti di amor di Dio, di rassegnazione completa alla divina volontà, di pensare a Gesù in Croce ed alla Vergine Addolorata.

Si preghi per essi, perchè il demonio suole sferrare degli attacchi terribili in quel momento, nella speranza di vincerli o con la disperazione o con la superbia. Sappiamo che le persone più sante sono state le più assalite dal demonio nell'ora della morte. Però la Madonna assiste i suoi figli; e chi l'ha onorata in vita, si accorge subito della sua protezione.

Versare dell'Acqua Benedetta sul letto degli agonizzanti ed accendere la candela della Candelora, serve a tener lontano il demonio.

Un assalto diabolico terribile ebbe una mia parente intima; aveva trascorso gli ottanta e più anni nel servizio del Signore e nella verginità. Parecchi demoni le si presentarono per tentarla ed allora implorò aiuto. I presenti aspersero l'ambiente con l'Acqua Santa, posero sul letto una immagine della Madonna e pregarono. Sparirono i brutti ceffi. La morente, raccogliendo un po' di fiato, disse: Vi ringrazio! Se ne sono andati! Il più grande favore che io abbia ricevuto in vita mia, è stato l'aiuto che ora mi avete dato!


Come comportarsi in certi casi

Tante famiglie vivono nell'indifferenza e nell'ignoranza religiosa. In caso di grave malattia, non si danno pensiero di chiamare il Sacerdote; però se qualcuno dicesse una buona parola e raccomandasse di aiutare l'infermo spiritualmente, cederebbero con facilità.

Quando perciò si viene a conoscenza di un ammalato grave, o parente, o amico, o vicino di casa, si faccia una visita di convenienza e poi si dica: Il Signore in casa non viene per male! Se l'ammalato si comunica, può anche ricevere la grazia della salute. Chiamate il Sacerdote, che pregherà per lui. Noi non siamo dei pagani; abbiamo la fede in Dio! -

Dopo tali ragionamenti, è facile far ricevere i Conforti Religiosi.

Può avvenire che l'infermo voglia il Sacerdote e che qualche familiare si opponga. In tal caso ci vuole prudenza e carità. Conviene avvisare segretamente il Parroco o altro zelante Sacerdote, affinchè trovi la via per giungere all'infermo.

Anni or sono una donna mi disse: Nella vicina gampagna c'è una vecchietta in gravi condizioni; alcuni della famiglia non vogliono chiamare il Prete. -

Senza mettere tempo in mezzo, mi avviai a quella campagna, con la scusa di una passeggiata. Feci una sosta davanti all’abitazione dell'inferma e chiesi ad una donna che stava sulla soglia: Sapreste indicarmi la via che porta a quella data contrada? - Dopo mi fermai a chiacchierare di altre cose, finchè entrai in casa.

- Se permettete, vorrei riposarmi un poco! -

Mi fu concesso. Dopo qualche istante potei entrare nella stanza dell'ammalata. Domandai ed ottenni di poterla confessare.

- Sì, Reverendo; è difficile avere qui un Prete! Voglio approfittare di questa combinazione! -

Diedi l'assoluzione, il Viatico e l'Olio Santo. Quando stavo per lasciare l'inferma, sopraggiunse la nuora. Mi diede uno sguardo felino e chiese sottovoce ai familiari: Chi ha chiamato questo Prete?... Come ha fatto a sapere che la suocera sta per morire?... Chi avrà avuto il prurito di interessarsi?... -

Io finsi di non sentire e conclusi: Permettetemi che continui la mia via! - La stessa notte la vecchietta era cadavere.

Se quella pia donna non mi avesse informato del caso, dove sarebbe a quest'ora l'anima di quella defunta?...


[Brani tratti da "I nostri morti - La casa di tutti", di Don Giuseppe Tomaselli]