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martedì 30 aprile 2019

Il grigio di Don Bosco

(Dagli scritti di Don Giuseppe Tomaselli)


Chi fa il bene, dovrebbe essere stimato ed incoraggiato a proseguire. Invece spesso avviene il contrario, cioè i buoni sono più perseguitati dei cattivi. San Giovanni Bosco, pur avendo innumerevoli amici ed ammiratori, subì terribili persecuzioni da parte del Governo anticlericale, di qualche eminente autorità di Torino e specialmente da parte dei settari e dei protestanti Questi ultimi dapprima lo lottarono con la stampa, diffondendo calunnie; poi ricorsero alle minacce; come ultima soluzione, tentarono di dargli la morte. C'era gente pagata, affinchè il delitto fosse consumato. Il Santo Prete quanti attentati ebbe! Si tentò più volte di avvelenarlo, gli si sparò addosso in diverse circostanze, fu assalito con bastoni e con coltelli... Il demonio era arrabbiato contro l'uomo di Dio e si serviva dei malvagi per toglierlo di mezzo. Come avrebbe potuto Don Bosco superare tante insidie senza un'assistenza straordinaria da parte di Dio e della Madonna? E l'assistenza l'ebbe, abbondante, continua, prodigiosa. Era nel cortile tra i suoi giovani. Un uomo, appostatosi sul muro di cinta, mirò al cuore e tirò un colpo di fucile. La Provvidenza deviò il colpo e la palla passò sotto il braccio del Santo, portando via un piccolo brandello di veste. I giovani trasalirono, ma Don Bosco li rasserenò sorridendo: Eh, si vede che quell'uomo non è un buon tiratore!  I Salesiani, che veneravano il loro Padre e ne vedevano in pericolo la vita, fecero ricorso alle autorità competenti, le quali s'interessarono, ma non troppo. Poiché gli attentati continuavano, specialmente di notte tempo, quando egli rincasava, allora venne in aiuto la Provvidenza con la comparsa di un cane, che dal colorito fu chiamato « il Grigio ».

[...]

Il Grigio era un grosso cane, che pareva un lupo, alto un metro. Quando Don Bosco era in pericolo, esso appariva nei dintorni di Valdocco, oppure nell'atto stesso in cui avveniva l'attentato. Una notte il Santo ritornando a casa, sentì corrersi dietro un uomo armato di grosso bastone. Per evitarlo, si diede alla fuga; però si accorse che c'erano parecchi altri, che volevano prenderlo in mezzo. Mentre stavano per circondarlo con i bastoni, saltò fuori il cane provvidenziale, che, messosi a fianco del Santo, mandò latrati con tanta furia che quei ribaldi, temendo di essere sbranati, pregarono Don Bosco di tenerlo fermo; l'uno dopo l'altro si allontanarono. Il Grigio però non si allontanò, ma accompagnò il Santo sino all'ingresso dell'Oratorio. Un'altra volta, pure di notte, Don Bosco ritornava a casa per il Corso Regina Margherita, quando un uomo, che lo attendeva in agguato dietro un olmo, gli scaricò due colpi di pistola. La Provvidenza intervenne ed il Santo non fu colpito. Il malfattore voleva ucciderlo a tutti i costi e gli si precipitò addosso. Ma apparve il Grigio, che si avventò alle spalle dell'aggressore e lo costrinse a fuggire malmenato; dopo si pose a fianco di Don Bosco e gli fece compagnia sino a casa. In una serata nebbiosa il nostro Santo, mentre era nei pressi della Piccola Casa del Cottolengo, fu assalito da due uomini che gli gettarono sulla faccia un mantello. Don Bosco fece di tutto per non lasciarsi avviluppare e, abbassandosi con rapidità, liberò per un istante il capo e cominciò a dibattersi. Gli aggressori tentarono di avvolgerlo più strettamente e gli turarono la bocca con un fazzoletto. In quel pericolo di morte venne il cane prodigioso; sembrava un orso inferocito; abbaiava da far paura; si slanciò con le zampe contro uno degli assalitori e lo costrinse ad abbandonare il mantello sul capo di Don Bosco; poi si gettò sopra l'altro, mordendolo ed atterrandolo; dopo corse dietro al primo che già fuggiva, gli balzò alle spalle e lo gettò nel fango. Il Santo, sicuro di essere ormai fuori pericolo, chiamò il Grigio, che si ammansì subito. 

[...]

Ad ora avanzata Don Bosco si era disposto ad uscire di casa per esercizio del Sacro Ministero; sapendo che la sua vita era minacciata, invitò alcuni giovani a tenergli compagnia. Giunto al cancello, trovò il cane sdraiato; allora esclamò:  
- Oh, il Grigio! Tanto meglio, saremo uno di più. Beh, Grigio mio, alzati dunque e vieni con me.  
Il cane, invece di ubbidire come al solito, mandò un urlo come un ruggito e non si mosse. Il Santo per due volte cercò di andare oltre e per due volte il cane impedì che passasse; la terza volta Don Bosco fece violenza; ma la bestia gli si gettò tra i piedi, affinchè non oltrepassasse il cancello. Allora Mamma Margherita, che aveva tentato di dissuadere il figlio dall'uscire a quell'ora, disse: - Se non vuoi ascoltare me, ascolta almeno il cane; non uscire!  Don Bosco rimase in casa. Trascorsi un po' di minuti, venne una persona a dire: Don Bosco, le raccomando di stare in guardia! Ho saputo per caso che in questi dintorni ci sono sguinzagliati alcuni individui, decisi a toglierle la vita! Il Santo ringraziò Iddio. Chi va oggi a visitare l'Oratorio Salesiano di Valdocco, vede sulla parete di un cortile interno una piccola lapide, che ricorda l'episodio narrato ed il posto, ove il Grigio impedì a Don Bosco il passaggio. 

[...] 

I fatti del cane prodigioso erano conosciuti nell'Oratorio; i giovani chiamavano il Grigio « il cane di Don Bosco ». Tutti, grandi e piccoli, gli si avvicinavano e l'accarezzavano. Il prezioso animale entrava liberamente nel cortile e si aggirava qua e là per i vari ambienti della casa. Entrava pure nel refettorio ove pranzavano i giovani; si avvicinava festosamente a Don Bosco, che gli offriva pane, pietanza, minestra ed anche da bere; ma il Grigio non assaggiò mai nulla. Il cane apparve a Don Bosco più di cinquanta volte, in momenti più o meno pericolosi. Una delle ultime volte fece la sua comparsa in Francia, quando il Santo si era smarrito di notte e si trovò davanti a un pantano melmoso. Allora Don Bosco, narrando il fatto disse: Da circa vent'anni che non vedo il Grigio.  


(Brano tratto da “Un prete straordinario”, di Don Giuseppe Tomaselli)